Sabato, 07 Novembre 2009 14:22

La "politica" della Chiesa

Scritto da  Gerardo

Un qualificato amico ci informa su alcune delle recenti vicende interne alla chiesa, dal sostegno a Berlusconi, alla diffidenza verso Casini, fino alle nuove nomine di vescovi che sembrano mirare al mantenimento dell’ordine politico e dimenticarsi della funzione pastorale che, forse non è esagerato dire, potrebbe avere anche una qualche connotazione spirituale.



Leggo sul sito di S. Magister che con la sua intervista di domenica 18 ottobre 2009 al Corriere della Sera, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della conferenza episcopale italiana, ha inviato un preciso promemoria oltre Tevere, ovvero al segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone. Per dirgli di smetterla di pretendere di fare lui da “guida” all’episcopato italiano sul terreno politico.
Niente “scontri” tra la Cei e la segreteria di Stato, ha detto Bagnasco. Ma una “divisione dei compiti” sì. Diversa la fisionomia delle due realtà, e quindi “asimmetriche” le responsabilità di ciascuna.
Leggo questo e aggiungo a titolo solo dei “chiacchiericci” di un cero sapore, che alcune sere fa un amico legato agli ambienti salesiani ha incontrato a Roma il card. Bertone, ospite di amici comuni. Al momento del caffè ha fatto, in modo imprevisto una "imprevista" conferenza per sostenere come la chiesa italiana abbia interesse a sostenere Berlusconi. L'unico punto di rifermento della politica italiana. Ovviamente l'unico punto di garanzia per gli interessi della chiesa. Alle obiezioni di un commensale, cattolico praticante, circa la sua ambigua condotta morale e su come è stata condotta l'operazione Boffo dal giornale vaticano, il cardinale ha difeso la "sua" linea e se l'è presa con Bagnasco, che si sarebbe lasciato andare ad atteggiamenti imprudenti e a dichiarazioni inopportune.
Non ci sono alternative a Berlusconi. Casini, la cosa bianca ecc. sono chiacchiere. L'unico punto su cui il cardinale ha accettato delle obiezioni è stato quello circa le recenti nomine di vescovi italiani che sembrano più impiegati, sottoprefetti o politici che pastori. Il cardinale avrebbe riconosciuto che inopportuna è stata anche la nomina di Betori ad arcivescovo a Firenze (Sic referita refero).


Il citato intervento di S. Magister

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